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“Il ponte” Trento- Messina


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Stanotte ho fatto un sogno.

Era uno di quei sogni strani, in bilico tra la distopia e la farsa, in cui tutto sembra assurdo ma incredibilmente plausibile.


Sognavo che a Trento, dopo anni di promesse e cantieri annunciati, all’improvviso si sospendevano i lavori del bypass.

Non per questioni ambientali, sicurezza o logica urbanistica – no, quelle erano tutte “in fase di approfondimento” da anni – ma perché improvvisamente la priorità nazionale diventava il Ponte sullo Stretto.


Nel sogno, tutti i lavoratori del bypass venivano dirottati a Sud, con i caschetti ancora caldi e le ruspe in folle.

Del resto, le casette per accoglierli a Trento erano già pronte – 700 posti letto nuovi fiammanti.

Il contratto da un miliardo e 700 milioni? Firmato. Qualche buca qua e là c’era. Alcuni tratti di cantiere sembravano perfetti per un documentario sull’archeologia industriale del XXI secolo.


Nel sogno si diceva:


“Meglio fermarsi adesso, tanto non si sa nemmeno dove passerà, sta roba. È tutta zona inquinata, bisogna aspettare le bonifiche, le autorizzazioni, la luna in Venere…”


E così Trento rimaneva con un cantiere a metà, un contratto concluso, le aree contaminate intatte, e un’idea geniale:

“Ripartiamo tra vent’anni, con un altro progetto ancora più ambizioso.”


Mi sono svegliata sudata.

Perché a volte i sogni, anche se sembrano assurdi, raccontano il futuro meglio dei comunicati ufficiali.

Sogno o realtà ?

 
 
 

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