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FERRAGOSTO CON LA FUNIVIA BYPASS A NATALE:la stagione dell’informazione negata

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Come Rete dei Cittadini, pensiamo che la funivia Trento–Sardagna sia un’opera necessaria, soprattutto per garantire un collegamento moderno e affidabile con il paese, superando i continui stop dell’impianto attuale (che ha cent’anni suonati e si ferma a ogni folata di vento). Su questo non ci sono dubbi.


Quello che invece ci lascia molto perplessi è il secondo tratto Sardagna–Vason, proposto senza un piano serio di rilancio per il Bondone e interamente a carico dei cittadini, visto che i fondi ministeriali coprono solo il tratto fino a Sardagna.


Siamo convinti che prima venga il progetto, poi il mezzo di trasporto: costruire una nuova tratta senza sapere cosa ci sarà a monte (attività economiche, servizi, abitazioni, percorsi turistici) significa fare un salto nel vuoto con i soldi pubblici.


Inoltre, alcune criticità tecniche ci sembrano decisive:


  • si parla di un impianto ad ammorsamento automatico, più simile a una seggiovia che a una funivia classica, scomodo per disabili, anziani e famiglie con bambini;

  • manca la fermata intermedia a Candriai, dove vivono persone che sarebbero completamente escluse dal servizio: una scelta incomprensibile;

  • si ipotizza una nuova stazione a Sardagna che dovrebbe accogliere sia l’attuale impianto sia la futura tratta, ma senza uno studio serio sull’impatto urbanistico e sulla viabilità del paese, che rischia di essere invaso da un traffico insostenibile;

  • nessuna valutazione ambientale indipendente sull’impatto dell’opera, né certezze su come sarà collegata alla stazione di partenza a valle.



E poi, sullo sfondo, resta la frana sopra Sardagna, tutt’altro che risolta: vogliamo davvero costruire un’infrastruttura pubblica in una zona che richiede ancora interventi di messa in sicurezza?


Una funivia può essere un’opportunità, ma solo se inserita in un disegno coerente, condiviso, e con risorse ben spese. Oggi non siamo di fronte a un progetto per il territorio, ma a un volo d’immaginazione pagato a rate da chi abita a valle e a monte.

 
 
 

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