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Corvi e avvoltoi volano sopra Trento

Il vero problema non sono i “corvi”, ma chi non risponde ai cittadini



Prima di scrivere, l’autore dell’intervento riportato su l'Adige del giorno 3/2/25 deve aver inghiottito un manuale di ornitologia: corvi, uccelli del malaugurio, upupe gracchianti, avvoltoi… Davvero sgradevoli queste metafore delegittimanti. Cosa gli avranno mai fatto questi poveri uccelli, per costringerlo a trasformarli in simboli della cattiveria e della negatività umana? Ma soprattutto, perché ha bisogno di ricorrere a queste immagini per sopperire alla mancanza di argomenti?


L’articolo non entra nel merito delle criticità del bypass ferroviario, non fornisce dati o elementi tecnici a sostegno dell’opera, ma si limita a liquidare come “menagrami” tutti coloro che pongono domande legittime sulla sicurezza e sull’impatto ambientale di un progetto imponente. Invece di rispondere alle preoccupazioni dei cittadini, l’autore fa ironia e discredita i comitati e le associazioni che danno voce ai timori della popolazione.


Che a scrivere sia un ex dirigente dei trasporti non cambia la sostanza: questa visione è perfettamente allineata con l’atteggiamento di una politica locale che non accetta critiche e preferisce screditare chi solleva problemi reali, piuttosto che affrontarli con serietà e trasparenza.


Il gioco politico tra Comune e Provincia è evidente: si finge opposizione in Provincia perché si è in minoranza, ma si tace in Comune perché si governa. Un teatrino che serve solo a confondere l’opinione pubblica e a nascondere le responsabilità di chi ha già consegnato le chiavi della città a Rete Ferroviaria Italiana senza alcuna garanzia per la sicurezza, la salute pubblica e l’ambiente.


Si continua a parlare di un futuro interramento della ferrovia storica – un progetto oggi inesistente – per distrarre dai veri problemi del cantiere attuale. Si parla di bonifica dopo i lavori del bypass, come se scavare in un’area pesantemente inquinata senza un piano di risanamento fosse normale. Inaccettabile.


Noi non siamo contro le grandi opere. Siamo favorevoli a interventi che migliorano la città e la qualità della vita, ma non a qualsiasi costo e non senza un reale coinvolgimento della cittadinanza. Pretendiamo una classe politica capace di pianificare, di rispondere con serietà e di mettere al primo posto la salute e l’ambiente. Questo è governare. Il resto è propaganda.

 
 
 

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